lunedì 20 luglio 2015

Xavier Dolan e la sua visione dell'amore: Les Amours imaginaires

"I love you. I really want to kiss you...and I don't know why                                      I'm telling you this..." 
                                                                 


Dopo più di una settimana di assenza, finalmente ho trovato il tempo di scrivere e di parlare di questo film! Anche se risale all'ormai lontano 2010, ho avuto l'occasione di vederlo solo qualche settimana fa e di fare, così, "conoscenza" con questo nuovo regista franco-canadese, Xavier Dolan. Devo ammettere che, in tanti, mi avevano parlato di lui, sia dal punto di vista registico sia attoriale, ma non mi ero ancora arrischiata nel vedere qualche sua opera...forse troppo spaventata dal fatto di dover leggere per tutta la durata del film. visto e considerato che, sono in francese! Invece mi devo proprio ricredere perché, sono stati i 95 minuti più tranquilli e rilassati passati guardando un film che si può definire impegnato. 
Ma passiamo alla trama!
Ti sei mai innamorato di una persona che credi essere infatuata e ricambiata da un'altra ma che in realtà non è per nulla corrisposta e quindi illude tutti e basta? 
Ecco tutto il film si basa su questa illusione. 
Due ragazzi, Francis e Marie, amici da tanto tempo, incontrano per caso, durante un pranzo, Nicholas, un moderno adone biondo e riccioluto appena arrivato a Montreal dalla campagna. Entrambi i ragazzi si trovano però completamente infatuati di lui, dei suoi modi, dei suoi gesti, dei suoi sguardi e provano, in tutti i modi di compiacerlo, di attirare, come in una sorta di duello, le attenzioni di questo affascinante ragazzo. Facendo così, però, l'amicizia fra Francis e Marie si incrina fin quasi alla rottura: la tensione fra i personaggi cresce così tanto che ognuno interpreta come uno sgarro i gesti semplici dell'altro e la gelosia cresce fino all'esagerazione! E così, dopo una gita durata un weekend, la povera Marie decide di non avere più alcun rapporto ne con Nicholas ne con Francis, lasciando quest'ultimo mentre si sbraccia disperato e piangente nel tentativo di fermare la sua più cara amica. Questa separazione porterà entrambi a dichiararsi: Francis, illuso dai gesti del nuovo venuto, penserà che Nicholas sia omosessuale e gli dichiarerà il suo amore ricevendo, in cambio, solo il suo sdegno e il suo orrore, mentre Marie proverà a conquistarlo con una poesia, non ricevendo nessuna risposta e nessuna chiamata. Nel rifiuto, però, i due amici riescono a riavvicinarsi e, quando incontrano, di nuovo. Nicholas, si spalleggiano l'un l'altro per difendersi da questo mostro dall'aspetto affascinante che nasconde un cuore di pietra. 
Però, tutto è un ciclo e nuovamente i due amici si ritroveranno innamorati dello stesso ragazzo ancora una volta...




In questo film, il giovane Dolan, che in questo caso decide di mettersi in gioco anche come attore nei panni di Francis, si prefigge il compito di tracciare, senza pretese, un ritratto dell'amore visto con gli occhi di oggi: anche per questo, il film è spesso interrotto da delle confessioni di contorno, di persone che raccontano le loro passate relazioni, tutte estremamente diverse...c'è chi ha vissuto l'amore in maniera malsana, chi vede l'amore solamente come un rapporto sessuale, chi purtroppo lo vive attraverso internet...insomma, tutti raccontano la propria esperienza, si confessano quasi fossero da uno psicologo, iniziando un flusso di coscienza senza fine. 
La storia de Les Amour Imaginaries non racconta nulla di inedito, niente di rivoluzionario, ma a colpire è forse la delicatezza con cui Dolan ci mostra la sofferenza di questi due ragazzi, dolore che molti di noi possono condividere e in cui possono riconoscersi. Sicuramente d'aiuto, in questo percorso, è la colonna sonora: si poteva sentir la voce di Dalida intenta nel cantare la sua celeberrima Bang Bang, ai più conosciuta, forse, con la voce di Nancy Sinatra, per poi passare alla malinconia del violoncello di Peter Wispelwey nelle sonate n°1 e 3 di Bach o alla musica dei Fever Ray. 

Ad ogni modo questo film può essere visto come un piccolo capolavoro, le cui bellezze si possono cogliere solo riguardandolo più e più volte...





Vi lascio qui in fondo il trailer nell'eventualità che possa interessarvi! 
Buona Visione!











                                                     

domenica 5 luglio 2015

Emigrate o Lindemann?

In questa lunga settimana di assenza, ho avuto modo di pensare su cosa avrebbe trattato il mio prossimo post...questo post; quindi, in occasione dell'uscita del nuovo album da solista di Till Lindemann, Skills in Pills, mi sembrava opportuno ragionare sugli sviluppi della sua musica, partendo quindi dall'esperienza dei Rammstein fino, poi, alla nascita di due band diverse, gestite da due artisti d'eccezione che mostrano, al tempo stesso, delle affinità...sto parlando quindi degli Emigrate di Richard Z. Kruspe e dei Lindemann.






Per chi non li conoscesse e non li avesse mai sentiti, i Rammstein sono un gruppo industrial metal, di origine tedesca, nato a Berlino nel 1993. Vennero fondati su iniziativa di Richard Z. Kruspe che, a quel tempo, viveva con il futuro bassista e il futuro batterista, Oliver Riedel e Christoph Schneider, con l'idea di partecipare ad un concorso che si teneva a Berlino, il Berlin Senate Metro. Al gruppo però mancavano anche un tastierista, una chitarra ritmica e si, anche la voce! Richard pensò anche a questo: chiamò un suo amico, un certo Till Lindemann, ex campione di nuoto che allora intrecciava cestini di vimini in una fabbrica, che divenne il frontman nonché cantante e altri due giovani, allora scettici, Paul Landers alla chitarra e Christian Lorenz alla tastiera...e il gruppo era fatto!
Il loro obiettivo era quello di vincere il concorso che, aveva come premio, la possibilità di registrare in studio il loro primo album: fu così che, dopo il trionfo, nel marzo del 1995, uscì Herzeleid. Da quel momento in poi, il successo di questa nuova band sembrò inarrestabile: dal 1997 al 2009 registrarono ben sei album (Sehnsucht, Live aus Berlin, Mutter, Reise Reise, Rosenrot e Liebe ist fur alles da); vinsero diversi dischi d'oro scalando le classifiche; organizzarono tour prima in Europa e USA e poi in tutto il mondo; parteciparono ad importanti festival come il Rockstock Festival; accompagnarono i Kiss nel loro tour americano e alcune delle loro canzoni vennero incluse nelle colonne sonore di alcuni film, come XXX, Hellboy, Matrix o Resident Evil. Il loro stile è sempre stato arricchito dalle influenze della musica tedesca, soprattutto nella scelta di cantare in tedesco; anche i testi provengono in parte dalla letteratura e dalla tradizione tedesca, sia che si trattino di filastrocche, sia che si tratti di fiabe, fino alle poesie di Goethe. Proprio i testi costituiscono un punto importante della loro musica: parlano di disastri e di violenza, di cannibalismo e di suicidio. 
Purtroppo però, già dal 2007 iniziarono a circolare delle voci...una di queste prevedeva l'abbandono, da parte di Till, della band; voce che verrà poi smentita da Kruspe, che affermerà: 

"ogni menbro del gruppo lo ha sempre sostenuto, se uno se ne andrà i Rammstein si scioglieranno, nessuno verrà mai rimpiazzato".

Eppure, già dal 2007, a causa di una pausa della band, lo stesso Richard, deciderà di dare vita ad un suo progetto alternativo, il progetto Emigrate. In questo caso, il potere è nelle mani dello stesso Kruspe che ne diventerà il leader, la voce e la chitarra. L'impronta del gruppo però si presenta completamente differente da quella della sua prima band: si passa dal tedesco grezzo e potente, ad un inglese più comune e capibile ai più; il suo stile cambia, tant'è vero che non si parlerà più di un gruppo industrial metal, ma solamente alternative dove, non mancano le influenze orientali ed heavy e, soprattutto cambia il messaggio veicolato dai testi...essi non trasmettono più l'orrore, il senso di ingiustizia e non ti impressionano come un testo dei R+ sapeva fare. Ed è sotto queste influenze che uscirà il loro primo album, Emigrate, del 2007, da cui verranno estrapolati i singoli come Temptation, New York City e My World, a cui seguirà l'album Silent so Long del 2014. Per quanto io ami gli Emigrate, sono sempre stata troppo affezionata alla potenza dei testi cantati da Till Lindemann per poterli apprezzare davvero appieno e, posso solo apprezzare il fatto che Richard non abbia riproposto una brutta copia del Rammstein, ma qualcosa di "nuovo" e completamente differente.

Ora però, anche Till ha voluto dare una ventata di freschezza al suo stile e al suo modo di porsi...ed qui che nasce il progetto da solista, la band Lindemann. Questo nuovo gruppo, un po' tedesco e un po' svedese, si presenta ancora come un gruppo industrial, che vede la collaborazione e l'aiuto di Peter Tagtgren, ex membro della band death metal svedese Hypocrisy. Che dire, quando il 29 maggio è stato pubblicato il loro primo singolo, Praise Abort, estratto dal loro primo album, Skills in Pills, sono rimasta shockata ed estasiata al tempo stesso! Solo il titolo della canzone sopracitata vi fa capire quanto possa essere cruda e quasi esagerata, ma se ad esso si sommano le parole e il video...il risultato è sconcertante. Se poi pensiamo che, qualche anno prima, Till aveva affrontato il tema dell'abbandono nella canzone Mutter, qui sembra superarla con qualcosa di più violento e definitivo...un elogio all'aborto. Sicuramente questa canzone incontrerà qualche opposizioni fra i più bigotti (perdonatemi il termine), ma per il resto, colpirà soprattutto per il fatto di essere così piena di odio e, se solo un singolo si presenta così, non vedo l'ora di sentire gli altri. Comunque, questo album sembra seguire le orme delle scelte di Kruspe almeno per un aspetto: qui Till e Peter hanno deciso di utilizzare, anche loro, la lingua inglese...con un risultato sicuramente strano, sia perché ormai ero abituata ad associare la lingua tedesca con la sua voce, sia perché sono dell'idea che la lingua anglofona mal si sposa con lui...immaginatevi il nostro caro Till che canta le seguenti parole:

"I hate my life and I hate you
I hate my wife and her boyfriend too
I hate to hate and I hate that
I hate my life so very bad
I hate my kids, never thought 
That I'd praise abort..."

Sinceramente sono rimasta spiazzata, però indubbiamente è il nostro Till, con i suoi testi carichi di significato. 
E voi, che idea vi siete fatti del nuovo album? Fatemelo sapere qui sotto!





*Vi lascio qui sotto anche i link delle canzoni che ho citato:
-Rammstein, Mutter  https://www.youtube.com/watch?v=C7-kngq9u_s
-Emigrate, Temptation https://www.youtube.com/watch?v=geL0e1mluv4
-Emigrate, New York City https://www.youtube.com/watch?v=ZUB5rA8EdXg
-Emigrate, My World https://www.youtube.com/watch?v=krt4O2-9_90
-Lindemann, Praise Abort https://www.youtube.com/watch?v=QWE_M0CX9So