domenica 4 ottobre 2015

Black Moon Saga


Salve caro lettore!
E' da un po' che la Ragazza Invisibile non pubblicava una recensione con i fiocchi e, così, ho deciso che era giunto il momento di ritornare.

In questo ultimo periodo mi sono concentrata su una saga dal gusto urban- fantasy: sto parlando della serie di Black Moon di Keri Arthur. I libri e i racconti della Arthur spaziano dal paranormale al fantasy e hanno ricevuto importanti riconoscimenti di critica e di pubblico.
Questa saga, Black Moon, è composta da nove libri:

1- L'alba del vampiro;
2- I peccati del vampiro;
3- La tentazione del vampiro;
4- Il gioco del vampiro;
5- L'abbraccio della notte;
6- Un bacio prima di morire;
7- Desiderio di sangue;
8- L'ombra del cuore;
9- Chiedi alla luna.

Ma passiamo ad analizzarne la trama!
La protagonista è Riley Jenson, una damphira (cioè una mezzosangue che ha in sé sia la natura di vampiro sia quella di un lupo) che lavora presso il Dipartimento di Melbourne, un'agenzia governativa che controlla e punisce gli esseri soprannaturali che commettono reati contro gli umani. Anche suo fratello gemello Rhoan lavora lì, con il ruolo di "Guardiano", una sorta di titolo che ti consente di essere una vera e propria macchina per uccidere nei confronti dei colpevoli. 
Questi due fratelli hanno una storia travagliata alle spalle: a causa della loro natura, fin da piccoli, subiscono violenze e soprusi dal loro stesso branco, che aveva permesso loro di sopravvivere e che, raggiunta la maggiore età, li obbliga ad allontanarsi e a non avere più contatti. 
All'inizio Riley è solo un'aiutante, una coordinatrice d'ufficio ma, a causa del rapimento del fratello, decide di entrare in azione; ed è qui che entra in gioco un personaggio misterioso: Quinn O' Connor.
Vampiro molto più che millenario, ricco sfondato ed ex combattente, compare, per la prima volta nella storia, completamente nudo e senza memoria sullo zerbino di casa di Riley e, che dire, chi non vorrebbe trovare un bell'uomo nudo davanti alla porta di casa?
Tra loro nascerà subito una forte attrazione che lui cercherà di contrastare a causa del suo passato ma, soprattutto, a causa della natura licantropa e disinibita di lei. Anche la signorina Jenson, però, opporrà una certa resistenza poiché, per i lupi, è indispensabile andare alla ricerca della propria anima gemella licantropa. 
Insieme. i due, scopriranno che una società di ricerca genetica sta compiendo degli esperimenti unendo più razze per trovarne una geneticamente più forte e, purtroppo, questi esperimenti coinvolgono anche Riley: uno dei suoi amanti licantropi le somministrerà, infatti, l'ARC 1-23, una sostanza che, negli umani, ha la conseguenza di rendere estremamente fertile ma che, nei soggetti dalla duplice natura, causa cambiamenti genetici.
A causa di questo, Riley svilupperà nuovi poteri e accrescerà quelli che prima erano solo latenti. 
La nostra protagonista ne passerà di cotte e di crude: in questi nove libri subirà delle mutazioni e cercherà di vendicarsi nei confronti dei responsabili; ucciderà un vampiro spietato che la vuole morta a tutti i costi; entrerà in contatto con esseri di altre dimensioni come demoni, cani infernali, dei della morte e bakeneki; dovrà indagare su cacciatori di non umani, vampiri emotivi, streghe ed evocatrici di zombie, veggenti e molte altre creature. 
Il suo amore per Quinn entrerà a rischio, prima con la figura di Kellen e poi con quella di Kye, la sua anima gemella dall'animo spietato e calcolatore...insomma, la nostra Riley non avrà un momento di pace!

Personalmente, ho adorato questi libri anche se, all'inizio, quando ho comprato i primi tre, avevo letto solamente le prime dieci pagine e mi ero stufata: ho dovuto riavvicinarmi, una seconda volta a questa serie, con un approccio diverso per riuscire davvero ad apprezzarla veramente.
E' una saga intrigante sia dal punto di vista investigativo perchè si, la storia si basa principalmente su questo, sia dal punto di vista emotivo- sentimentale della protagonista. 
Certo, per chi magari ha avuto l'occasione di leggere qualche scritto di Laurell K. Hamilton, vedrà in Riley una sorta di Anita mutante ma, alla fine, scoprirà che questa saga va al di là, toccando tecnologie e mondi che la Hamilton non si è ancora sognata.
La storia è ricca di colpi di scena e, devo ammettere che, la fine mi ha fatta piangere di gioia.
Quando ho finito l'ultimo libro, mi sono sentita davvero dispiaciuta che la saga avesse una fine e, che posso dirvi? Vi consiglio di leggerla e spero che possiate concordare con me!

martedì 1 settembre 2015

Solitary Memories #3

[ "E narro come i grandi occhi ridenti arsero d'immortal raggio il mio cuore" ]

E venne la notte.
Con il suo arrivo, la ragazza ricordò la sensazione della propria mano sul suo petto...
Non aveva mai rivissuto un ricordo così vivido in sogno.
Se chiude gli occhi, sente ancora la propria mano che scorre sulla sua muscolatura e sul suo costato...
Sente il proprio viso appoggiato a Lui.
Ascolta il suo cuore che batte, che palpita soddisfatto...e sente, sulle proprie labbra, la pelle che ha baciato decine di volte. 
La sente qui, vicino a lei e non a chilometri di distanza. 
Può sentirne il calore e il profumo.
Se abbassa le palpebre, riesce a percepire le dita ruvide di Lui sulla schiena, dita che tentano di confortarla...ma è un tocco delicato che riesce a risvegliarla.

Rivuole il suo braccio intorno a sé a rivendicarne il possesso.
Risente sulle dita tutte le sensazioni...
Ripensare al proprio tocco timido e tenero sulla sua pancia le fa venire i brividi...desidera troppo rifarlo, sentire il potere che Lui riesce a concederle perché, solo a lei, è permesso toccarlo. 

E vuole credere di essere su quel divano bianco, fra le braccia della persona che, per lei, conta di più al mondo.
Perché, per lei, Lui è tutto.
Vuole, di nuovo, stare nel posto che le compete: tra le sue braccia.
E' lì che lei si sente al sicuro. E' lì che lei riesce ad essere solo se stessa, ed è lì che lei abbandona la sua dura corazza e, gli permette di dirle quanto ci tiene a lei. 
In quel momento non desidera altre parole.
Le basta il sorriso dolce di Lui che le da speranza...




domenica 23 agosto 2015

Solitary Memories #2

Non riusciva a smettere di pensare.
Qualsiasi cosa facesse, la sua mente continuava a finire lì ed era così straziante...
Ecco come si sentiva: dolorante. Ma il dolore non era più fisico...no, era puramente emotivo.
Era come se il suo cuore avesse fatto una maratona: lo sentiva pesante nel suo petto, affaticato per la troppa sofferenza a cui era stato sottoposto; era stanco, lei stessa si sentiva stanca, ma doveva continuare a battere e lei a pensare. 
Giusto ieri aveva avuto voglia di Lui...del suo sorriso.
Sentiva di averne bisogno.
Quello stupido sorriso le mancava terribilmente e, ormai, ne aveva più bisogno dell'aria che respirava. Eppure non poteva averli, ne Lui ne il suo sorriso, ne i suoi abbracci ne i suoi sguardi...
Solo i ricordi potevano scaldarla.
Si, quei bellissimi momenti passati insieme la aiutavano ad andare avanti, ma ormai, anche lei li vedeva troppo lontani. Aveva bisogno ancora di Lui e delle sue braccia intorno a se, quella braccia che, strette intorno a lei, erano capaci di darle forza. 

Si sentiva un'illusa e si, delle volte anche drogata! Aveva così tanto bisogno di Lui per tirare avanti? Era diventata così dipendente da Lui? Se l'era sempre cavata da sola nella sua breve vita, eppure, ora sentiva la necessità di appoggiarsi a qualcuno per ogni minima cosa...ma non era un "qualcuno" qualsiasi.
Era Lui.
Ormai era arrivata a bramare ogni suo parere e anelava il suo sostegno perché, solo di una cosa le importava: della sua opinione. Ma, sapeva anche che si stava illudendo...

Perché Lui non poteva esserci per lei, non come lei desiderava...





venerdì 14 agosto 2015

Solitary Memories #1

I lividi erano scomparsi.
Ora nulla di concreto poteva ricordargli lui...
No.
Una cosa c'era. Il braccialetto.
La ragazza si rigira tra le mani la catena metallica in cerca di conforto. Chiude gli occhi e rivive, ricorda tutto: i sorrisi, gli sguardi, gli abbracci, le risate, le carezze...ma anche le lacrime.
Lo rivede là, sotto quell'arco...dove milioni di amici e di coppie innamorate si erano date ritrovo; lo ricorda con i suoi occhi tristi. E ricorda se stessa. Ricorda lo sforzo immondo per riuscire a trattenere il dolore, la forza che ha dovuto mostrare per Lui. 
Per alleviare la sua sofferenza.
Ma la ragazza sa che tutto è solo un ricordo...
Sa di essere nella sua stanza, circondata da ciò che ama, ma nulla, ne i libri ne la musica che le stanno così a cuore, sembra darle conforto.
Riesce a vedere solo un salotto...
Si, un salone e un dipinto, un'onda. Mai un'immagine fu così azzeccata: quell'onda rappresentava vivacemente il loro affetto...perché anche lui, come l'acqua, spazza via ogni cosa: il tempo, lo spazio e anche il silenzio. 

Le persone a lei vicine potrebbero dire che le piace crogiolarsi nel dolore ma, per lei, è un dovere ricordare. 

Mentre cammina vede una strada diversa rispetto a quella che sta percorrendo. Vede un mosaico con una fenice al centro di una piazza, una fenice in volo che le da speranza. Immagina di averlo accanto a sé. Immagina di dovergli stare dietro, seguendo le sue gambe così lunghe e il suo passo così spedito. Rivede se stessa e Lui come uno spettatore, come uno spione che sbircia ogni minuto della loro vita insieme...ma lo spettatore sa che quei minuti sono pochi. Li fissa mentre, seduti sotto quell'albero affianco alle mura, si danno conforto con lo sguardo e con i gesti, perché le parole non riescono a uscire...
Non devono uscire.





lunedì 20 luglio 2015

Xavier Dolan e la sua visione dell'amore: Les Amours imaginaires

"I love you. I really want to kiss you...and I don't know why                                      I'm telling you this..." 
                                                                 


Dopo più di una settimana di assenza, finalmente ho trovato il tempo di scrivere e di parlare di questo film! Anche se risale all'ormai lontano 2010, ho avuto l'occasione di vederlo solo qualche settimana fa e di fare, così, "conoscenza" con questo nuovo regista franco-canadese, Xavier Dolan. Devo ammettere che, in tanti, mi avevano parlato di lui, sia dal punto di vista registico sia attoriale, ma non mi ero ancora arrischiata nel vedere qualche sua opera...forse troppo spaventata dal fatto di dover leggere per tutta la durata del film. visto e considerato che, sono in francese! Invece mi devo proprio ricredere perché, sono stati i 95 minuti più tranquilli e rilassati passati guardando un film che si può definire impegnato. 
Ma passiamo alla trama!
Ti sei mai innamorato di una persona che credi essere infatuata e ricambiata da un'altra ma che in realtà non è per nulla corrisposta e quindi illude tutti e basta? 
Ecco tutto il film si basa su questa illusione. 
Due ragazzi, Francis e Marie, amici da tanto tempo, incontrano per caso, durante un pranzo, Nicholas, un moderno adone biondo e riccioluto appena arrivato a Montreal dalla campagna. Entrambi i ragazzi si trovano però completamente infatuati di lui, dei suoi modi, dei suoi gesti, dei suoi sguardi e provano, in tutti i modi di compiacerlo, di attirare, come in una sorta di duello, le attenzioni di questo affascinante ragazzo. Facendo così, però, l'amicizia fra Francis e Marie si incrina fin quasi alla rottura: la tensione fra i personaggi cresce così tanto che ognuno interpreta come uno sgarro i gesti semplici dell'altro e la gelosia cresce fino all'esagerazione! E così, dopo una gita durata un weekend, la povera Marie decide di non avere più alcun rapporto ne con Nicholas ne con Francis, lasciando quest'ultimo mentre si sbraccia disperato e piangente nel tentativo di fermare la sua più cara amica. Questa separazione porterà entrambi a dichiararsi: Francis, illuso dai gesti del nuovo venuto, penserà che Nicholas sia omosessuale e gli dichiarerà il suo amore ricevendo, in cambio, solo il suo sdegno e il suo orrore, mentre Marie proverà a conquistarlo con una poesia, non ricevendo nessuna risposta e nessuna chiamata. Nel rifiuto, però, i due amici riescono a riavvicinarsi e, quando incontrano, di nuovo. Nicholas, si spalleggiano l'un l'altro per difendersi da questo mostro dall'aspetto affascinante che nasconde un cuore di pietra. 
Però, tutto è un ciclo e nuovamente i due amici si ritroveranno innamorati dello stesso ragazzo ancora una volta...




In questo film, il giovane Dolan, che in questo caso decide di mettersi in gioco anche come attore nei panni di Francis, si prefigge il compito di tracciare, senza pretese, un ritratto dell'amore visto con gli occhi di oggi: anche per questo, il film è spesso interrotto da delle confessioni di contorno, di persone che raccontano le loro passate relazioni, tutte estremamente diverse...c'è chi ha vissuto l'amore in maniera malsana, chi vede l'amore solamente come un rapporto sessuale, chi purtroppo lo vive attraverso internet...insomma, tutti raccontano la propria esperienza, si confessano quasi fossero da uno psicologo, iniziando un flusso di coscienza senza fine. 
La storia de Les Amour Imaginaries non racconta nulla di inedito, niente di rivoluzionario, ma a colpire è forse la delicatezza con cui Dolan ci mostra la sofferenza di questi due ragazzi, dolore che molti di noi possono condividere e in cui possono riconoscersi. Sicuramente d'aiuto, in questo percorso, è la colonna sonora: si poteva sentir la voce di Dalida intenta nel cantare la sua celeberrima Bang Bang, ai più conosciuta, forse, con la voce di Nancy Sinatra, per poi passare alla malinconia del violoncello di Peter Wispelwey nelle sonate n°1 e 3 di Bach o alla musica dei Fever Ray. 

Ad ogni modo questo film può essere visto come un piccolo capolavoro, le cui bellezze si possono cogliere solo riguardandolo più e più volte...





Vi lascio qui in fondo il trailer nell'eventualità che possa interessarvi! 
Buona Visione!











                                                     

domenica 5 luglio 2015

Emigrate o Lindemann?

In questa lunga settimana di assenza, ho avuto modo di pensare su cosa avrebbe trattato il mio prossimo post...questo post; quindi, in occasione dell'uscita del nuovo album da solista di Till Lindemann, Skills in Pills, mi sembrava opportuno ragionare sugli sviluppi della sua musica, partendo quindi dall'esperienza dei Rammstein fino, poi, alla nascita di due band diverse, gestite da due artisti d'eccezione che mostrano, al tempo stesso, delle affinità...sto parlando quindi degli Emigrate di Richard Z. Kruspe e dei Lindemann.






Per chi non li conoscesse e non li avesse mai sentiti, i Rammstein sono un gruppo industrial metal, di origine tedesca, nato a Berlino nel 1993. Vennero fondati su iniziativa di Richard Z. Kruspe che, a quel tempo, viveva con il futuro bassista e il futuro batterista, Oliver Riedel e Christoph Schneider, con l'idea di partecipare ad un concorso che si teneva a Berlino, il Berlin Senate Metro. Al gruppo però mancavano anche un tastierista, una chitarra ritmica e si, anche la voce! Richard pensò anche a questo: chiamò un suo amico, un certo Till Lindemann, ex campione di nuoto che allora intrecciava cestini di vimini in una fabbrica, che divenne il frontman nonché cantante e altri due giovani, allora scettici, Paul Landers alla chitarra e Christian Lorenz alla tastiera...e il gruppo era fatto!
Il loro obiettivo era quello di vincere il concorso che, aveva come premio, la possibilità di registrare in studio il loro primo album: fu così che, dopo il trionfo, nel marzo del 1995, uscì Herzeleid. Da quel momento in poi, il successo di questa nuova band sembrò inarrestabile: dal 1997 al 2009 registrarono ben sei album (Sehnsucht, Live aus Berlin, Mutter, Reise Reise, Rosenrot e Liebe ist fur alles da); vinsero diversi dischi d'oro scalando le classifiche; organizzarono tour prima in Europa e USA e poi in tutto il mondo; parteciparono ad importanti festival come il Rockstock Festival; accompagnarono i Kiss nel loro tour americano e alcune delle loro canzoni vennero incluse nelle colonne sonore di alcuni film, come XXX, Hellboy, Matrix o Resident Evil. Il loro stile è sempre stato arricchito dalle influenze della musica tedesca, soprattutto nella scelta di cantare in tedesco; anche i testi provengono in parte dalla letteratura e dalla tradizione tedesca, sia che si trattino di filastrocche, sia che si tratti di fiabe, fino alle poesie di Goethe. Proprio i testi costituiscono un punto importante della loro musica: parlano di disastri e di violenza, di cannibalismo e di suicidio. 
Purtroppo però, già dal 2007 iniziarono a circolare delle voci...una di queste prevedeva l'abbandono, da parte di Till, della band; voce che verrà poi smentita da Kruspe, che affermerà: 

"ogni menbro del gruppo lo ha sempre sostenuto, se uno se ne andrà i Rammstein si scioglieranno, nessuno verrà mai rimpiazzato".

Eppure, già dal 2007, a causa di una pausa della band, lo stesso Richard, deciderà di dare vita ad un suo progetto alternativo, il progetto Emigrate. In questo caso, il potere è nelle mani dello stesso Kruspe che ne diventerà il leader, la voce e la chitarra. L'impronta del gruppo però si presenta completamente differente da quella della sua prima band: si passa dal tedesco grezzo e potente, ad un inglese più comune e capibile ai più; il suo stile cambia, tant'è vero che non si parlerà più di un gruppo industrial metal, ma solamente alternative dove, non mancano le influenze orientali ed heavy e, soprattutto cambia il messaggio veicolato dai testi...essi non trasmettono più l'orrore, il senso di ingiustizia e non ti impressionano come un testo dei R+ sapeva fare. Ed è sotto queste influenze che uscirà il loro primo album, Emigrate, del 2007, da cui verranno estrapolati i singoli come Temptation, New York City e My World, a cui seguirà l'album Silent so Long del 2014. Per quanto io ami gli Emigrate, sono sempre stata troppo affezionata alla potenza dei testi cantati da Till Lindemann per poterli apprezzare davvero appieno e, posso solo apprezzare il fatto che Richard non abbia riproposto una brutta copia del Rammstein, ma qualcosa di "nuovo" e completamente differente.

Ora però, anche Till ha voluto dare una ventata di freschezza al suo stile e al suo modo di porsi...ed qui che nasce il progetto da solista, la band Lindemann. Questo nuovo gruppo, un po' tedesco e un po' svedese, si presenta ancora come un gruppo industrial, che vede la collaborazione e l'aiuto di Peter Tagtgren, ex membro della band death metal svedese Hypocrisy. Che dire, quando il 29 maggio è stato pubblicato il loro primo singolo, Praise Abort, estratto dal loro primo album, Skills in Pills, sono rimasta shockata ed estasiata al tempo stesso! Solo il titolo della canzone sopracitata vi fa capire quanto possa essere cruda e quasi esagerata, ma se ad esso si sommano le parole e il video...il risultato è sconcertante. Se poi pensiamo che, qualche anno prima, Till aveva affrontato il tema dell'abbandono nella canzone Mutter, qui sembra superarla con qualcosa di più violento e definitivo...un elogio all'aborto. Sicuramente questa canzone incontrerà qualche opposizioni fra i più bigotti (perdonatemi il termine), ma per il resto, colpirà soprattutto per il fatto di essere così piena di odio e, se solo un singolo si presenta così, non vedo l'ora di sentire gli altri. Comunque, questo album sembra seguire le orme delle scelte di Kruspe almeno per un aspetto: qui Till e Peter hanno deciso di utilizzare, anche loro, la lingua inglese...con un risultato sicuramente strano, sia perché ormai ero abituata ad associare la lingua tedesca con la sua voce, sia perché sono dell'idea che la lingua anglofona mal si sposa con lui...immaginatevi il nostro caro Till che canta le seguenti parole:

"I hate my life and I hate you
I hate my wife and her boyfriend too
I hate to hate and I hate that
I hate my life so very bad
I hate my kids, never thought 
That I'd praise abort..."

Sinceramente sono rimasta spiazzata, però indubbiamente è il nostro Till, con i suoi testi carichi di significato. 
E voi, che idea vi siete fatti del nuovo album? Fatemelo sapere qui sotto!





*Vi lascio qui sotto anche i link delle canzoni che ho citato:
-Rammstein, Mutter  https://www.youtube.com/watch?v=C7-kngq9u_s
-Emigrate, Temptation https://www.youtube.com/watch?v=geL0e1mluv4
-Emigrate, New York City https://www.youtube.com/watch?v=ZUB5rA8EdXg
-Emigrate, My World https://www.youtube.com/watch?v=krt4O2-9_90
-Lindemann, Praise Abort https://www.youtube.com/watch?v=QWE_M0CX9So


domenica 28 giugno 2015

A spasso nel Medioevo


La Rocca sforzesca di Soncino, in Lombardia, è uno dei più antichi castelli lombardi nell'area del cremonese, eretto a difesa della cittadella già a partire dal X secolo ed è proprio qui che, in questi giorni (27 e 28 giugno 2015), si tiene un'allegra rievocazione di clima medievale.
Inaugurata appunto ieri, il pubblico non ha solo la possibilità di entrare in contatto con tutte quelle antiche botteghe che caratterizzavano l'artigianato medioevale, ma ha anche l'occasione di visitare l'intero castello in solitudine o con l'aiuto di guide, dal torrione, alle torre angolari, fino alle segrete! 
Anche solo entrando nel cortile, che precede il ponte levatoio, si è subito colpiti dagli allegri colori della merce esposta e degli accampamenti adibiti a tende, utilizzati dagli artigiani per dormire in queste due giornate ma, al tempo stesso, messe a disposizione di quegli appassionati che, non vedono l'ora di passare una nottata nelle mura della fortezza!
Non bisogna poi stupirsi di vedere persone, di tutte le età, vestite nelle maniere più eccentriche e colorate e di sentirle parlare con modi e lemmi ormai perduti: dai saltimbanchi nella loro tipica livrea a due colori dotata di campanelli, sempre allegri e giocosi, ai cavalieri armati di tutto punto, alle armature, fino alle dolci e gentili donzelle. 
Quindi non stupitevi se, quando uscirete da lì, vi ritroverete a parlare in modo strano o con una coroncina fiorita sul capo, perché fa tutto parte del gioco!
Se siete persone a cui risulta facile fare amicizia, come me, alla fine della giornata vi ritroverete con nuovi e simpaticissimi amici perché, va detto, tutti sono tremendamente disponibili e portati a chiacchierare. 
Se poi c'è qualche genitore tra i lettori, state tranquilli, anche i vostri figli si divertiranno fra queste meraviglie, affascinati dalla possibilità di fare una passeggiata in groppa a un puledro o colpiti dai duelli, che i cavalieri ingaggiano a suon di spada.
Ritornando un po' alla questione degli acquisti, si può trovare davvero di tutto: una bottega di un artigiano, allegro ed ilare, che lavora il cuoio e la pelle che non aspetta altro di parlare con voi e condividere la propria esperienza, tanto che, alla fine, potrebbe pure offrirvi del vino per brindare alla vostra salute; banchetti gestiti da delle sarte in costume che, con la loro bravura, potrebbero imbastirvi un sontuoso vestito o altri, invece, dove delle fanciulle espongono i propri gioielli con le pietre dure o monili istoriati; potrete vedere, inoltre, un fabbro intento a forgiare un oggetto a vostra scelta o bancarelle gestite da prodi cavalieri che, metteranno in risalto le qualità prodigiose dei loro scudi o delle loro spade. Nel primo cortile interno avrete anche la possibilità di farvi prevedere il futuro da una veggente, diciamo così, che vi leggerà le carte o la mano e, in ogni dove, troverete dei banchi adibiti a taverne, dove potrete assaggiare del buonissimo Ippocrasso, un vino speziato tipicamente medioevale, il cui sapore è arricchito dalla presenza dei chiodi di garofano, dalla cannella, dal miele, dal cardamomo e da chissà quale altra spezia...vi sfido quasi ad identificarle tutte! 
Da non dimenticare poi la presenza della musica! 
Salendo su per una ripida (e a dir poco oscena) scala di una torre, si poteva avere l'opportunità di assistere all'esibizione di un musico con la sua arpa...un'esperienza davvero emozionante. 
Per la serata del 27 era previsto, inoltre, un concerto tenuto da una giovane band di musica folk/pagan tutta al femminile, le Uttern, che, vedeva come frontman (o in questo caso frontgirl?), Denise Cannas, una concorrente del team Pelù del talent show The Voice. Purtroppo, non ho potuto vedere il loro concerto, ma ho avuto l'occasione di sentire il loro soundcheck e di conoscere sia Denise sia Deborah Olivo (la zampognara), che ci hanno spiegato, sia a me sia alla mia amica, il loro stile di vita e il loro credo, mostrandoci la passione che le spinge a viaggiare per tutta l'Italia. 


Che dire, lettori, se avrete l'opportunità di andarci, ve la consiglio vivamente!!