domenica 28 giugno 2015

A spasso nel Medioevo


La Rocca sforzesca di Soncino, in Lombardia, è uno dei più antichi castelli lombardi nell'area del cremonese, eretto a difesa della cittadella già a partire dal X secolo ed è proprio qui che, in questi giorni (27 e 28 giugno 2015), si tiene un'allegra rievocazione di clima medievale.
Inaugurata appunto ieri, il pubblico non ha solo la possibilità di entrare in contatto con tutte quelle antiche botteghe che caratterizzavano l'artigianato medioevale, ma ha anche l'occasione di visitare l'intero castello in solitudine o con l'aiuto di guide, dal torrione, alle torre angolari, fino alle segrete! 
Anche solo entrando nel cortile, che precede il ponte levatoio, si è subito colpiti dagli allegri colori della merce esposta e degli accampamenti adibiti a tende, utilizzati dagli artigiani per dormire in queste due giornate ma, al tempo stesso, messe a disposizione di quegli appassionati che, non vedono l'ora di passare una nottata nelle mura della fortezza!
Non bisogna poi stupirsi di vedere persone, di tutte le età, vestite nelle maniere più eccentriche e colorate e di sentirle parlare con modi e lemmi ormai perduti: dai saltimbanchi nella loro tipica livrea a due colori dotata di campanelli, sempre allegri e giocosi, ai cavalieri armati di tutto punto, alle armature, fino alle dolci e gentili donzelle. 
Quindi non stupitevi se, quando uscirete da lì, vi ritroverete a parlare in modo strano o con una coroncina fiorita sul capo, perché fa tutto parte del gioco!
Se siete persone a cui risulta facile fare amicizia, come me, alla fine della giornata vi ritroverete con nuovi e simpaticissimi amici perché, va detto, tutti sono tremendamente disponibili e portati a chiacchierare. 
Se poi c'è qualche genitore tra i lettori, state tranquilli, anche i vostri figli si divertiranno fra queste meraviglie, affascinati dalla possibilità di fare una passeggiata in groppa a un puledro o colpiti dai duelli, che i cavalieri ingaggiano a suon di spada.
Ritornando un po' alla questione degli acquisti, si può trovare davvero di tutto: una bottega di un artigiano, allegro ed ilare, che lavora il cuoio e la pelle che non aspetta altro di parlare con voi e condividere la propria esperienza, tanto che, alla fine, potrebbe pure offrirvi del vino per brindare alla vostra salute; banchetti gestiti da delle sarte in costume che, con la loro bravura, potrebbero imbastirvi un sontuoso vestito o altri, invece, dove delle fanciulle espongono i propri gioielli con le pietre dure o monili istoriati; potrete vedere, inoltre, un fabbro intento a forgiare un oggetto a vostra scelta o bancarelle gestite da prodi cavalieri che, metteranno in risalto le qualità prodigiose dei loro scudi o delle loro spade. Nel primo cortile interno avrete anche la possibilità di farvi prevedere il futuro da una veggente, diciamo così, che vi leggerà le carte o la mano e, in ogni dove, troverete dei banchi adibiti a taverne, dove potrete assaggiare del buonissimo Ippocrasso, un vino speziato tipicamente medioevale, il cui sapore è arricchito dalla presenza dei chiodi di garofano, dalla cannella, dal miele, dal cardamomo e da chissà quale altra spezia...vi sfido quasi ad identificarle tutte! 
Da non dimenticare poi la presenza della musica! 
Salendo su per una ripida (e a dir poco oscena) scala di una torre, si poteva avere l'opportunità di assistere all'esibizione di un musico con la sua arpa...un'esperienza davvero emozionante. 
Per la serata del 27 era previsto, inoltre, un concerto tenuto da una giovane band di musica folk/pagan tutta al femminile, le Uttern, che, vedeva come frontman (o in questo caso frontgirl?), Denise Cannas, una concorrente del team Pelù del talent show The Voice. Purtroppo, non ho potuto vedere il loro concerto, ma ho avuto l'occasione di sentire il loro soundcheck e di conoscere sia Denise sia Deborah Olivo (la zampognara), che ci hanno spiegato, sia a me sia alla mia amica, il loro stile di vita e il loro credo, mostrandoci la passione che le spinge a viaggiare per tutta l'Italia. 


Che dire, lettori, se avrete l'opportunità di andarci, ve la consiglio vivamente!!

giovedì 25 giugno 2015

L'antica Grecia vista con gli occhi di Manfredi




Chi non ha mai avuto modo di conoscere Valerio Massimo Manfredi?! 
Noto scrittore italiano, Manfredi è conosciuto, nel panorama mondiale, sia come ricercatore in campo archeologico, come storico, come topografo, come letterato ma, è riconosciuto anche in campo cinematografico: le sue trilogie, tra le quali Alexandros, sono state acquistate e trasmesse sui grandi schermi...insomma, è il classico intellettuale a tutto tondo!
Quando non si diletta in queste attività, si presta anche come docente in numerose università del mondo: i suoi insegnamenti non hanno toccato solo Milano, Venezia e Roma, ma anche Parigi e Chicago.
Ma, cosa mi ha portato a parlare di lui oggi? 
In questo ultimo mese mi sono riavvicinata, a causa di un esame, a tutto ciò che riguarda l'antica Grecia...alla sua cultura, alla sua storia e si, anche all'arte e, ormai, mi risulta quasi naturale, collegare questi temi agli scritti di Manfredi; per questo motivo ho deciso di rileggere uno dei suoi primi romanzi, risalenti al 1988... Lo scudo di Talos.
Penso che sia capitato a tutti di vederselo affibbiare come compito per le vacanze alle scuole superiori ma, devo dire, che mi ha sempre affascinato...tanto che, in 8 anni, penso di averlo riletto altrettante volte. 
Ma cosa illustra, cosa approfondisce questo romanzo?
Innanzitutto va detto che si presenta diviso in due parti, due parti che rispecchiano due personalità diverse del protagonista, quasi due storie diverse della stessa persona, che nello stesso tempo avrà anche due nomi diversi, Talos e Kleidemos. So che può risultare un po' confusionario, ma bisogna tener presente che, intorno al 500 a.C, la città di Sparta era l'unica, in tutta la Grecia, ad essere governata da una doppia monarchia che faceva riferimento alla "gerusia", ossia il consiglio degli anziani, che prendeva importanti provvedimenti giuridici, limitando il potere dei regnanti. Nell'ombra di questi due organi statali, agivano gli Efori, cinque personalità che, con il loro potere, decidevano il destino politico, militare, sociale e culturale della città. In tempi moderni, l'importanza di questa città ci è giunta soprattutto dal punto di vista militare: chi non conosce le vicende del re Leonida, che combatté con i valorosi 300 spartiati alle Termopili contro il grande Serse, oppure le importanti vittorie condotte dal re Pausania a Platea e in Tracia? 
Tutti conoscono il valore e il coraggio di questi uomini, ma non la crudeltà... a Sparta, infatti, vigeva una legge secondo la quale, tutti i bambini che presentavano delle malformazioni fisiche, dovevano essere uccisi, abbandonati al loro destino nei boschi; ed qui che si ricollega la vicenda del nostro protagonista. 
Figlio della nobile famiglia spartiata del Kleomenidi, una delle più importanti di Sparta, fin dalla nascita, Kleidemos presenta un piccolo problema: è zoppo. Il padre, Aristarchos, è costretto, dalla legge spartana, a separare la famiglia dal piccolino: deciderà quindi di portarlo sul monte Taigeto e di abbandonarlo nel bosco in una notte temporalesca. Per tutta la notte il bimbo, piangente, sopravvive e, la mattina dopo, viene trovato da un anziano pastore ilota: Kritolaos. Il vecchio, tornato a casa, affiderà il piccolo a sua figlia e deciderà di dargli il nome di Talos, per ricordargli sempre la sua sventura. Quel bimbo crescerà forte e coraggioso ma, totalmente ignaro delle proprie origini, si sentirà sempre più attratto dalla guerra e, proprio per queste sue origini, Kritolaos deciderà di addestrarlo e di insegnargli a padroneggiare e ad usare le antiche armi del re Aristodemo, eroe della prima guerra messenica. 
Passano gli anni e il nostro Talos cresce, si innamora e, un giorno, incontrerà suo fratello, inconsapevolmente...anche se questi giunge quasi ad ucciderlo. Nel frattempo, la minaccia persiana di Serse si fa sempre più sentire nel Peloponneso e, spartiati e iloti sono costretti ad andare in guerra, fianco a fianco, alle Termopili: fu così che Talos, lo zoppo, venne scelto proprio da Brithos per essere il suo aiutante durante la battaglia. Purtroppo sappiamo come finirono i tristi avvenimenti delle Termopili, ma re Leonida decide di inviare un messaggio a Sparta, salvando tre uomini: Brithos, Aghias e Talos. Al loro rientro in patria, i tre verranno accusati di essere disertori e additati come codardi, poiché il messaggio del re risulterà bianco: incapace di sopportare la vergogna, il povero Aghias si suiciderà, mentre Brithos, spinto anch'egli a seguire la stessa sorte, verrà salvato da Talos, che lo convincerà a riabilitare il proprio nome combattendo, insieme a lui, tutti i persiani visti sul suolo greco. Inizia così una guerra solitaria condotta dall'oplita e dal suo arciere, che li porterà a fronteggiare le truppe di Mardonio a Platea: è qui che Talos perderà Brithos e scoprirà la triste verità, riguardante la sua vita e la sua famiglia. 
Inizia qui la seconda parte del romanzo: il reggente Pausania informerà il nostro eroe che il suo vero nome è Kleidemos, figlio del nobile dragone Archistarcos e della povera Ismene e fratello del giovane Brithos. Sotto la protezione dello stesso re, il giovane intraprenderà la carriera militare e, sbarcato a Cipro, comanderà il quarto battaglione di Tracia. Ma Pausania ha altri piani per lui: aiutato da il servo Lahgal, i due dovranno recarsi in Frigia per entrare in contatto col satrapo Artabazos, legato al re Serse, con l'obiettivo di rovesciare il governo spartano degli Efori e del re Leotichidas. Assolto il compito, Kleidemos ritorna in Grecia mantenendo il segreto sulla faccenda ma, non si sa come, gli Efori scoprono il sordido piano di Pausania, lo costringono ad ammettere il tradimento ma, il re fuggirà rinchiudendosi nel tempio di Artemide Orthia, dove verrà murato vivo e morirà di stenti. 
Nell'inverno del 464 a.C, Kleidemos scoprirà dalla propria madre adottiva dove vive la donna che ha sempre amato, Antinea. Dopo essersi recato in Messenia, per vedere la ragazza, viene sorpreso da un violentissimo terremoto che distruggerà tutto sul suo cammino...tutto tranne l'antica città di Ithome, la capitale del regno del leggendario re Aristodemo. Quando ritornerà a Sparta, sarà testimone di una sanguinolenta rivolta degli iloti contro la città, ferita dal violento terremoto: qui il nostro protagonista è posto davanti ad un scelta, indeciso se continuare la valorosa storia dei kleomenidi o difendere chi lo ha sempre protetto e gli ha concesso di vivere. Lui sceglierà il popolo ilota e deciderà di guidarli verso l'antica capitale, che verrà ricostruita e riportata al suo originario splendore; ma Sparta non può accettare di perdere tutti i suoi servi e di renderli liberi, quindi inizieranno delle sanguinose battaglie tra spartiati e iloti per riavere la loro libertà. 



Ho tralasciato molti particolari interessanti e, soprattutto la fine, per permettervi di leggerlo e interessarvi a questo libro. Io, nel mio giudizio, sono molto di parte, perchè è uno dei miei romanzi preferiti...non mi stanca mai, è pieno di azione e colpi di scena ma, soprattutto, è totalmente preciso nel raccontare i fatti storici realmente accaduti, ed è questo che io cerco in un libro. Spero di essere riuscita, col il mio lungo poema, ad attirarvi e a spingervi a leggere questo bel romanzo... e, che dire, vi lascio con una bellissima frase che Kleidemos dice ad Antinea per non farle perdere la speranza...


"Nel pieno della bufera si dimentica che esiste il sole e si teme che le tenebre domineranno il mondo ma il sole continua a splendere sopra le nubi nere e, prima o poi, i suoi raggi si aprono un varco per riportare la luce e la vita"


martedì 23 giugno 2015

Che studente sei?


Ecco alcuni ritratti tipologici di studente, che mettono in evidenza il tipo di approccio con lo studio ma anche, va detto, con la vita. Leggendoli, ognuno di noi può individuare la categoria a cui appartiene.
Quindi, scopri che studente sei!




*L'audace: non c'è che dire, ama il rischio: pretende di preparare un esame in tre giorni! Prende, per la prima volta, in mano il libro a sette giorni dall'esame, a sei lo apre, a cinque lo sottolinea, a quattro finisce il primo capitolo, a due giorni dalla fine ha fatto solo i primi tre capitoli su 45... e solo del primo libro. Si ritrova talmente messo male che, in tutta quella settimana, si appellerà a tutte le divinità esistenti al costo di riuscire a passare e, alla fine, (per culo) ce la fa;


*Il metodico: la sua gioia più grande è quella di organizzare il proprio studio, tanto da aver programmato tutti gli esami da oggi al 2018. E' talmente preciso che studia, ogni giorno, 30,25 pagine, fermandosi esattamente a un quarto della pagina. Nulla potrà ostacolarlo, nemmeno la caduta di un meteorite nel suo giardino;


*Il mangione: non ha fame di cultura, no...ha solo fame! Ogni volta che apre un libro, gli viene voglia di qualsiasi cosa: di cioccolato, di gelato, di una lasagna...ed è costretto ad abbandonare quel povero libro ed aprire il frigorifero. In periodo esami, si mangerebbe pure il tavolo, soprattutto il giorno prima dell'appello. Alla fine si consolerà ingozzandosi di cibo e non smetterà fino al prossimo esame o, ad esagerare, fino alla laurea;


*Lo sclerotico: sempre nervoso, sempre agitato, studia sempre sia in periodo esami sia nelle feste comandate... non si ferma nemmeno a Natale! Intrattabile, irascibile, ansioso, se gli chiedi l'ora, ti risponderà urlando e uccidendoti con lo sguardo;


*Il balzatore: il suo motto è balzare, sempre e comunque! Insomma è quello che non da mai gli esami: non si presenza agli appelli e si sente come se avesse conquistato il mondo. Nel peggiore delle ipotesi, dirà di aver preso un onesto 26 mentre, in realtà, è rimasto fuori dall'università;


*Il ghiro: è il Re del pisolino e si addormenta, letteralmente, sui libri. In pratica dorme a tutte le ore del giorno: prova a studiare di notte ma crolla sotto i colpi del sonno e, il giorno dopo, sentirà la sveglia e la ignorerà, si alzerà tardi e, alla fine, non studierà nulla, ne alla sera ne alla mattina;


*Il 30 e lode: è quasi una setta: loro devono prendere sempre e solo 30 e lode. Un 30 e lode è per sempre: visto che ne ha uno sul libretto, allora si è costretti a dare quel voto da quel momento in poi. Generalmente gira accompagnato dall'amico che prende sempre 18 e, il giorno prima dell'esame, il 18 si sentirà preparato mentre il 30 e lode dirà che quest'esame gli andrà molto male...ma la fine è scontata...


*Il ripetitore: lui legge e ripete di continuo...parla, parla e parla! Ripete tutto ciò che c'è da studiare, parola per parola, a memoria. La sua famiglia è così stufa da ricorrere ai tappi per le orecchie. Parla così tanto che all'esame si ricorderà tutto, ma non avrà più la voce per esprimersi;


*Il carlone: non sai mai quando ha gli esami e sono i suoi amici che, pochi giorni prima, lo avvisano. Insomma se ne dimentica e, il bello è che non prova neanche a rimediare studiando in extremis...preferisce presentarsi e come va và!


*Il secchione: è l'incubo dei professori, sempre presente a lezione, in prima fila, ed è abituato a interrompere il docente con le sue domande improbabili, la cui risposta non importa a nessuno; anzi spesso chiederà un chiarimento quando, ormai, tutti sono pronti per tornare a casa. Non contento, poi, si avvicinerà alla cattedra per altre delucidazioni o si presenterà, perennemente, a ricevimento. Il secchione inizia a studiare almeno sei mesi prima dell'appello e non trascura nulla, nemmeno la pagina dei ringraziamenti. Il docente troverà un piacere perverso nel trovare quell'unica domanda a cui il secchione non saprà rispondere...


*Il cazzeggiatore: evita sempre di andare a lezione e, se la frequenza è obbligatoria, si limita a chiedere ad un altro di mettere, al suo posto, la famosa "firma di presenza". La sua testa è sempre altrove e, quando si presenta agli esami, i docenti sono sempre convinti di vederlo per la prima volta,


*La seduttrice. di solito di bella presenza, la seduttrice tenta di passare l'esame con un escamotage e cercando, durante le lezioni, di attaccare bottone con il docente con ogni pretesto,


*Il pluribocciato: l'appartenente a questa categoria ha un'età prossima o superiore a quella del docente. Ripeterà l'esame per un numero di volte compreso tra 3 e infinito e, ogni volta, troverà le stesse difficoltà a studiare la materia e, se glielo chiederai, ti dirà che ormai, si è affezionato.



E tu, lettore, di che tipologia sei??





giovedì 18 giugno 2015

Il perdono non cambia il passato, ma può cambiare il futuro

[Tieni chi ami vicino a te, digli quanto hai bisogno di loro, trattali bene, trova il tempo per dirgli "mi spiace", "perdonami", "per favore", "grazie" e tutte le parole d'amore che conosci]

                                                                                 Gabriel Garcia Marquez



Mamma mia, quanto mi sei mancata amica?! 
Se penso a tutte quelle giornate passate a rimuginare, a chiedermi cosa stessi facendo, a domandarmi come stessi...mentre, nessuna delle due faceva il fatidico passo per cercare l'altra, troppo orgogliose per ingoiare il rospo o anche solo per ammettere che si, abbiamo bisogno l'una dell'altra!
Quanto siamo state stupide!
Spesso non siamo d'accordo perché abbiamo gusti, idee, convinzioni differenti ma non ci era mai successo di non parlare per così tanto tempo e, ritrovarsi a non chiacchierare per una stupida battuta che, ammetto era di cattivo gusto, mi ha destabilizzato. Ho capito che faccio tantissimo affidamento su di te, che ogni giorno vedo, ascolto o faccio cose che, in un modo o nell'altro mi ricordano te e mi portano a dire "cavolo, dovrei dire a S. questa cosa!", oppure " se lo sapesse S. ci riderebbe su..." 
In tutti questi giorni ho rimandato il momento in cui ti avrei affrontata, in cui ti avrei chiesto scusa con la S maiuscola, perché se c'è una cosa che mi riesce bene, quella è il procrastinare, il continuo rimandare e non affrontare qualcosa di cui ho paura. Anche quando ci siamo riviste, si vedeva che non era tutto normale, che avevamo del risentimento addosso: tu forse lo mostravi di più nel viso mentre io nell'atteggiamento. Ci siamo viste e. se non ci fossero stati altri nostri amici come filtro, chissà cosa sarebbe successo: io sicuramente avrei finto che tutto fosse apposto ma poi, tornata a casa, avrei dovuto affrontare di petto il problema...e così è stato. Eppure, anche se mi dicevo che mi mancavi, che una parte di me non c'era e ne sentivo la mancanza, non mi muovevo da quell'angolino chiamato Testardaggine. Altri nostri amici mi chiedevano come andava e io dicevo ok, ma poi arrivava la domanda fatidica, "come sta S.?, l'hai più sentita?"  e lì mi sentivo davvero stupida, perché non avevo una risposta: non sapevo come stesse la mia migliore amica. Per fortuna (o per sfortuna!) siamo in piena sessione estiva, quindi c'è poco tempo per pensare... per scrivere delle scuse adeguate, ma forse, anche questa è una giustificazione! 
Beh, questo è il mio modo per dirti quanto sei importante... Quindi basta orgoglio, basta giustificazioni, baste perdite di tempo.
Si dice che un amico è sempre presente per aiutarti, che un amico ti aiuta a rialzarti...un amico ti cammina sempre affianco e che, anche solo un amico può diventare il centro del tuo mondo... e io ho bisogno di te.

Ti voglio bene S. 

lunedì 15 giugno 2015

Jurassic World: film ibrido con esseri ibridi

*Attenzione, siete a rischio Spoiler, se non avete visto il film e non volete farvi rovinare la sorpresa, non leggete!





L'11 giugno 2015 è uscito il nuovo film della saga di Jurassic Park: per questo quarto capitolo ci sono voluti ben quattordici anni di attesa e un nuovo regista, Colin Trevorrow...ma, non preoccupatevi, l'ombra di Steven Spielberg è sempre presente, questa volta nei panni di produttore esecutivo. Va subito ricordato che, i precedenti film della saga e le ambientazioni si basano sui romanzi di Michael Crichton, morto nel 2008. 
Ma, soffermiamoci un attimo sulla storia...
Ventidue anni dopo i tragici eventi di Jurassic Park, la famosa isola al largo della Costa Rica, Isla Nublar, vede nascere un nuovo parco a tema, Jurassic World. A portare avanti il sogno di John Hammond, l'ex magnate del parco, è Simon Masrani, un uomo sofisticato e pronto a tutto: per la creazione del nuovo parco, si appoggerà al genetista Henry Wu, già visto nei precedenti film, e su Claire Dearing, la responsabile delle operazioni. Obiettivo di questa nuova attrazione super tecnologica è affascinare un nuovo pubblico, ormai abituato, dopo dieci anni dall'apertura, all'esistenza dei dinosauri: per questo, verrà creato in laboratorio una nuova creatura, un essere ibrido che contiene nel suo DNA tracce di diverse specie (seppia, raganella e velociraptor), l'Indominus rex... si il nome ci indica quanto possa essere brutto, grosso e cattivo! Questa creatura mostra fin da subito un comportamento sociopatico ed essendo cresciuta in cattività, anche molto aggressivo. Per visionare la gabbia di questo essere verrà chiamato Owen Grady, un ex militare occupato nel parco a compiere delle ricerche comportamentali su quattro velociraptor ed ormai abituato alla furbizia di queste creature.
Nel frattempo al parco arrivano i due nipoti di Claire, Zach e Grey, venuti a passare un po' di tempo con la loro zia che non vedono dalla bellezza di sette anni. Ma le cose procedono troppo bene per essere in un film di Jurassic Park... 
Quando Owen andrà a far visita all'Indominus avrà una bella sorpresa: risulterà essere scappato! Ma si tratta di una bellissima trappola ideata dal possente dinosauro che, oltre ad avere una super intelligenza, avrà anche la facoltà di mimetizzarsi...insomma, direi che il dottor Wu si è impegnato fin troppo stavolta! Quindi saranno proprio i tecnici a permettere all'Indominus di uscire e vedere il mondo circostante o, in questo caso, di distruggere il mondo circostante. Insomma, tralasciando tutto il resto per non rovinarvi del tutto il film, non basterà questo mostro a piede libero, ma verrà liberata ogni sorta di creatura, dal pteranodonte al velociraptor che, per non farci mancare nulla, si faranno una bella scorpacciata di persone. 
State tranquilli, i buoni avranno la meglio!

Il film Jurassic World era un film molto atteso e i critici non si sono risparmiati nel recensirlo: c'è chi afferma che questo capitolo abbia una trama "stupida", basato tutto sulla figura eroica di Owen Grady (interpretato da Chris Pratt, che si era già messo in mostra nel film del 2014 i "Guardiani della Galassia); c'è chi, invece, ne parla molto bene definendolo un classico film dell'estate, godibile, che ti tiene attaccato allo schermo... e questo è indubbiamente vero. Mi trovo particolarmente d'accordo, però, con una recensione scritta da Manohla Dargis per il New York Times: ci fa notare l'atteggiamento estremamente sessista di questo film, nelle figure di Owen e di Claire, presentarti agli antipodi: lui il classico bel fustacchione, tutto preso dai motori, dai suoi velociraptor e dai suoi muscoli, sempre impegnato in azioni fighe!...poi viene lei, Claire, intenta a complottare dalla sera alla mattina, tutta frigida e rigidina. Quindi, Tom, hai ancora questo pensiero sessista all'alba del 2015?? 
Personalmente non ho apprezzato questa faccenda dei dinosauri ibridi, mentre ho trovato 
quasi commovente il brontosauro ferito...che dire, mi ha ricordato il caro ed adorabile E.t!
Una cosa però vorrei dire agli ideatori di Jurassic World: avete creato una versione di Jurassic Park più grossa e più letale, nelle fattezze di questo Indominus Rex, ma questo non significa che sia migliore.

venerdì 12 giugno 2015

David Garrett: il ponte fra la classica e la contemporaneità



Ormai da qualche anno si è diffusa la tendenza, da parte dei musicisti di base classica, di sperimentare qualcosa di nuovo, qualcosa che va al di là di una Sonata di Chopin o una Stagione di Vivaldi; qualcosa che possa attirare il pubblico giovane, abituato ormai ad altri suoni. Questa "moda" si manifesta, soprattutto, in quei musicisti che fanno parte dei cosiddetti "quartetti d'archi", ossia strumenti come il violino, la viola, il violoncello e il contrabbasso e, alcuni di questi, creano delle vere e proprie band! Una di queste è sicuramente gli Apocalyptica, violoncellisti di origine finlandese appartenenti alla filarmonica di Helsinki, che girano il mondo esibendosi con cover dei Metallica, Slayer, Pantera, allo scopo di promuovere questa nuova inclinazione. Emergono anche molti singoli, vuoi ragazzi molti giovani come Jun Sung Ahn, che promuove la sua musica con simpatici video su youtube, o come Kate Chrusciska, che ormai ha incantato tutti con le sue dolci melodie eseguite con l'ausilio di un violino elettrico in plexiglass. Ma, c'è un violinista in particolare che riesce ad attirare un gran numero di fan: David Garett. 
Questo esecutore, di origini tedesche, si è dimostrato fin da piccolo un genio precoce dalle mille qualità: già all'età di undici anni si esibì con la Filarmonica di Amburgo, incantando, con il suo violino, stuole di spettatori e, a quindici anni, riuscì a firmare un contratto per esibirsi come solista. All'età di quindici anni incise anche il suo primo album, caratterizzato da un repertorio totalmente classico, ossia la sonata per violino e pianoforte di Mozart. La svolta però avviene nel 2010: questo è l'anno in cui uscì Rock Symphonies, album che gli permetterà di essere conosciuto in termini internazionali anche grazie all'unione del repertorio classico con il rock. Ed è da qui che inizierà a sostituire il suono del proprio violino a quello delle chitarre elettriche o a suonare in musica ciò che, artisti come Michael Jackson, cantano. 
Questo genio del violino, anzi questo "violinista del Diavolo", il 30 maggio 2015 si è esibito in Piazza Duomo a Milano ed è qui che. io e altre 40 000 persone, abbiamo avuto l'opportunità di sentirlo. Ormai da tre anni, Milano organizza questi eventi collettivi dove la Filarmonica della Scala accompagna musicisti solisti di prim'ordine e, quest'anno è toccato proprio a lui. Se, ascoltarlo dal proprio Ipod può risultare piacevole e rilassante, in live è un'esperienza esaltante: per due ore, è riuscito a tenerci tutti a bocca aperta, ammagliati dalla dolcezza prodotta dal suo Stradivari e dal suo sorriso, così a suo agio e così estasiato dai nostri applausi e dalla sua stessa bravura. Va detto che anche la Filarmonica è stata davvero notevole, guidata da un maestro d'orchestra d'eccezione, Riccardo Chailly, che da quest'anno ha ricevuto l'incarico di dirigere l'orchestra del Teatro La Scala. 




Il repertorio eseguito in questo grande concerto all'aperto ha spaziato molto e ha toccato diverse epoche: scaldando il pubblico con un Overture di Brams, David si è poi esibito in un assolo, durato ben 15 minuti, del Concerto N.1 di Max Bruch; ha seguito una pausa per il nostro violinista, ma non per l'orchestra, che ci ha strabiliato con Rossini e il suo Guglielmo Tell!! Ma il nostro David non poteva che tornare portando di nuovo tra noi il grande Paganini (che lui stesso ha interpretato nel film "Il violinista del Diavolo") e il suo Capriccio N.24, seguito da un altro compositore italiano, Vittorio Monti... insomma un concerto davvero epico e il pubblico era così estasiato che ha continuato ad applaudire per diversi minuti. A questo grande e gioioso applauso è seguita una delle scene più esilaranti: David è andato a riprendere dietro le quinte il maestro Chailly, che nel frattempo si era ritirato, l'ha fatto sedere e, davanti a lui e a noi tutti ci ha concesso un bis: la sua versione di Smooth Criminal di Michael Jackson contenuta nell'album Encore e, che dire, i giovani sono stati piacevolmente accontentati e, i più maturi beh...sono rimasti allibiti! XD

Insomma, se mai vi capiterà di avere l'occasione di sentirlo dal vivo, FATELO! perchè merita, merita davvero il prezzo del biglietto...



giovedì 11 giugno 2015

Il monte Fuji visto dalla prospettiva di un manga

Generalmente, quando si pensa alle famose vedute del Monte Fuji di Hokusai, si pensa alla grande onda di Kanagawa, la più celebre tra le xilografie dell'artista giapponese appartenente al peridio Edo... Beh, nella mia città non è così!
La mia città ha molti pregi, sicuramente, ma ha anche il vizio di deludere le aspettative e, devo ammettere che ora capisco perché, la suddetta mostra, non fosse poi così tanto pubblicizzata. Stamattina ci siamo recati, io e altri 3, in questa chiesetta sconsacrata adibita a museo e ad attenderci c'era un povero vecchiettino e qui dico "Ok, magari adesso ci stupisce!", invece si è dimostrato un signore un po' pazzo e confuso, affetto da chissà quale disturbo, che era di difficile comprensione. Io, che conosco poco l'arte giapponese, non posso fare altro che ringraziare i miei amici perché, davvero, se avessi dovuto aspettare lui, adesso sarei ancora là! Tu Comune della mia città, se mai ti ritroverai a leggere questo post, ti prego, pensa prima di scegliere personale poco competente!
Ad ogni modo, superato il primo ostacolo (il vecchietto), ci troviamo davanti alle COPIE delle xilografie di Hokusai e si, sottolineo la parola COPIE e per giunta in bianco e nero...dai cribbio, sembravano Manga (cit). Non posso certo pretendere che, non pagando un biglietto di ingresso, tu mi esponga chissà quale opera originale, però non illudermi nemmeno, quando vedo in internet la pubblicità della mostra, mettendo tutte quelle bellissime immagini a COLORI e dicendo che potrò vedere le opere di Hokusai con i miei occhi, perchè menti! Spudoratamente! 
Sei un piccolo borgo medievale con pochi abitanti e spesso spenta, quindi mia adorata città, cerca di non strafare, perchè non ti riesce. Ogni tanto hai il vizio di svegliarti e accaparrarti chissà quale opera o artista celebre e rinomato, oppure decidi di spendere i fondi per delle luci che alla fine di faranno schifo, però ti prego, sforzati di essere sempre al meglio, di creare eventi ben organizzati che possano promuoverti, perché, a che ne dicano tutti, sei anche bella come cittadina...però davvero, basta deludere i suoi poveri abitanti e non provare più a seguire l'esempio della vicina Milano.




lunedì 8 giugno 2015

Cosa ci porta a cercare un'amicizia a distanza?

"vivo ora un disincanto implacabile e ogni promessa si dissolve tra le mani..."


Quanti di voi hanno sperimentato l'esperienza di un'amicizia a distanza? Cosa ci porta a cercare un'amicizia che in realtà non può essere vissuta?
Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza... sono una ragazza di vent'anni, solare ed allegra, forse troppo!, quindi potreste chiedervi: perchè? perchè ricercare in un social network  qualcosa che in realtà è fittizio? Beh, fidatevi, è tutt'altro che fittizio...
Tutto può iniziare per caso, in un momento di noia, quando magari accetti a caso una persona che potresti non conoscere ma che ha attirato la tua attenzione per questo o quel motivo. Inizi a parlaci e BAM! senza accorgerti, inizierai a sorridere; inizierete a parlare tutti i giorni, come una sorta di rituale; vi racconterete di tutto, dal dirvi che oggi piove al confessarvi chissà quale problema ed è lì, è lì che si instaura il legame. Vivrai la tua vita vera, frequenterai i tuoi amici e pian piano, ti accorgerai che ti trovi più a tuo agio nel raccontare ciò che ti succede a questo fantomatico LUI o LEI, si proprio quel fantomatico personaggio che magari dista 400 Km da te... ti accorgerai che diventa il tuo assurdo punto di riferimento e questo non avviene per scelta, no avviene perchè il cuore ha deciso di aver trovato una persona affine, una persona in cui riconoscersi, una persona su cui contare... 
Attenzione, non sto parlando di quelle relazioni malate che programmi come Catfish ormai rendono pubbliche, non parlo di relazioni con persone che fingono di essere qualcun'altro; parlo di relazione in cui entrambi mettono in gioco il loro cuore, scommettendo in un rapporto che non tutti condividono o comprendono, perchè è anche molto facile incorrere in un giudizio severo e negativo da parte della società... in fin dei conti, con i tempi che corrono, siamo sempre più portati ad essere diffidenti verso il prossimo, verso chiunque si avvicini a noi. 
Ad ogni modo, queste amicizie posso continuare per delle settimane, mesi o addirittura anni, si gente, ANNI e la cosa più brutta sapete qual è? che man mano che il rapporto si cementa, che diventa una fondamenta su cui costruire qualcosa, inizierete a vacillare, vi sentirete incompleti, penserete che il destino vi ha giocato uno scherzo mancino, donandovi una persona che in realtà non potete godervi. Lì allora userete ogni mezzo a voi concesso per sentire questa persona sempre più vicina: oltre allo scrivervi incessantemente, vi chiamerete per ore o vi vedrete su skype...ma nemmeno quello potrà bastare, non davvero. Arriverete ad odiare questi mezzi che vi illudono così tanto perchè si, è un illusione e allora, farete la pazzia! comprerete un biglietto con i vostri risparmi e andrete a trovarlo perchè non importa più quanti chilomentri vi separano, non importa quanto tempo potrete metterci, importa vederlo negli occhi, importa abbracciarsi e parlare faccia a faccia...tutto ciò che date per scontato in un'amicizia, qui diventa importante, necessario. E quando tornerete a casa? beh lì si che son cavoli! continuerete a pensarci e si, anche a soffrire, perchè avrete lasciato a quella persona una parte importante di voi stessi e, fidatevi se vi dico che non vivrete più come prima: continuerete a vivere nel ricordo di quei giorni felici, aspettando magari per un intero anno che un incontro possa avvenire di nuovo! e nel frattempo vi sentirete sempre peggio, perché sarete sempre incompleti, un'ombra di voi stessi... Insomma, come tutte le amicizie ha i suoi lati positivi e negativi, come tutto del resto!, ma il caso di un'amicizia o di un amore a distanza.... spesso mi viene in mente un'analogia che trovo azzeccata: è come vivere con un braccio solo; ovviamente continuerai a fare quello che hai sempre fatto, ma sentirai sempre la mancanza di quel qualcosa che hai perso o, in questo caso, che non hai mai avuto...